Il disavanzo di amministrazione sulle spalle di cittadini, dipendenti e turisti

Il disavanzo di amministrazione sulle spalle di cittadini, dipendenti e turisti

Nel consiglio comunale del 21 Settembre 2021 è stato approvato il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale per far fronte al disavanzo di amministrazione record di 7.439.306,46 € del Comune di Ascea.

Riportiamo di seguito la dichiarazione di voto sull’argomento con gli approfondimenti sul tema.


Per poter valutare correttamente il piano di riequilibrio presentato è necessario analizzare come si è arrivati alla situazione attuale. I primi segnali di criticità della situazione economico-finanziaria dell’Ente si sono manifestati con il rendiconto 2019 che presentava un disavanzo di amministrazione di 517.531,85 €.

A seguito delle attività di controllo della Corte dei Conti sui bilanci 2017, 2018 e 2019, in data 12 Aprile 2021 veniva rideterminato il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità al 31/12/2019, che produceva un disavanzo di amministrazione di 5.222.254,81 €, imponendo il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario in alternativa al pre-dissesto.

A pochi mesi di distanza, il 24 Agosto 2021, questa amministrazione approvava il rendiconto per l’anno 2020 riportando un risultato addirittura peggiore, con un disavanzo di amministrazione complessivo di 6.028.693,18 €, causato principalmente dall’aumento del fondo relativo al contenzioso, che passava da 150.000 € del 2019 a 1.571.186,98 € per il 2020 e da minori residui attivi riaccertati per 6.723.941,48 €.

Oggi, nemmeno un mese dopo, il piano di riequilibrio finanziario riporta un disavanzo complessivo di 7.439.306,46 €, con ulteriori debiti fuori bilancio per 1.131.009,77 € in aggiunta a 279.603,51 € di cassa vincolata da ricostituire.

Dobbiamo essere onesti: la situazione finanziaria dell’Ente è drammatica e 7.439.306,46 € di disavanzo sono un’enormità per un comune come Ascea. Questi si aggiungono alla quota rimanente del disavanzo di amministrazione di 1.613.004,98 € dovuto al riaccertamento straordinario dei residui al 01 Gennaio 2015 per cui è già in corso un piano di rientro in 30 anni.  Anche le modalità con cui si è arrivati a determinare il disavanzo di amministrazione finale lasciano a desiderare. A questo punto dobbiamo ringraziare la Corte dei Conti per aver puntato l’attenzione sui bilanci del comune, perché ha messo un freno a pratiche scorrette e pericolose che avrebbero portato presto risultati anche peggiori, soprattutto in relazione alla gestione del contenzioso e dei debiti fuori bilancio.

Il piano di riequilibrio proposto si limita ad applicare le azioni imposte dall’art. 243 bis del TUEL e si poggia quasi interamente su misure ordinarie di aumento delle tasse e riduzione della spesa.

Il rapporto passività/impegni di cui al titolo I della spesa del rendiconto dell’anno precedente si attesta al 143,71%, superando abbondantemente il limite del 100% e definendo una durata massima del piano di 20 anni.

In sintesi, il piano proposto prevede:

  • Il rientro del disavanzo in 20 anni, ovvero il tempo massimo consentito per legge;
  • L’aumento delle tasse al massimo consentito per legge e, in particolare, l’incremento dell’IMU ordinaria al 10,60 per mille e dell’addizionale comunale IRPEF al 0,80% a partire dal 2022;
  • L’aumento della tassa di soggiorno, con tariffe fino a 2 € al giorno per i turisti a partire dal 2022;
  • L’incremento delle entrate derivanti dai parcheggi, che comporterà presumibilmente un ulteriore aumento delle tariffe;
  • La riduzione del costo del personale, non prevedendo alcuna sostituzione per il personale che andrà in pensione nei prossimi anni;
  • L’eliminazione della retribuzione accessoria per il personale dipendente;
  • La riduzione generica di spese per beni e servizi, nella misura minima richiesta del 10%;

Il piano presenta, a nostro avviso, diversi limiti.

Fonda le sue basi sulla capacità di migliorare la capacità di riscossione dei tributi locali, affidando le sorti di tali attività alla società di riscossione esterna RTI Gamma Tributi S.r.l. – Municipia S.p.A.. Non si comprende come si possa presumere di migliorare la situazione della riscossione affidando il servizio alla stessa società che ne ha gestito le sorti negli ultimi anni. Verosimilmente l’aumento delle tasse produrrà anche un aumento dell’evasione, facendo ricadere il peso di questa situazione sui cittadini che invece pagano i tributi regolarmente. Bisognerebbe, invece, partire dalla riorganizzazione generale del servizio e da una profonda revisione delle procedure di riscossione in essere, di cui non vi è traccia nel piano proposto.

Così come non vi è traccia di un piano dettagliato di riduzione delle spese del personale che consenta di non compromettere la qualità dei servizi ai cittadini a fronte della maggiore imposizione tributaria possibile. Si evince solo che per i prossimi 3/4 anni il personale dipendente cessato per pensionamento non verrà sostituito. A titolo di esempio, l’anno prossimo andrà in pensione il responsabile dell’ufficio lavori pubblici e scadrà il contratto del responsabile dell’ufficio urbanistica ex art. 110 del TUEL, per cui l’Ente potrebbe trovarsi senza dirigenti dell’area tecnica nel giro di un anno. Come si intende affrontare questa situazione?

Il piano prevede il ripiano di parte del disavanzo mediante l’aumento dell’imposta di soggiorno, che a regime dovrebbe prevedere maggiori introiti per 75.000 € l’anno. Ma l’imposta di soggiorno non può essere utilizzata per risanare il bilancio. È quanto espresso dalla Sezione I del Consiglio di Stato con il parere n. 2383 del 15 novembre 2016, che non ha fatto altro che ribadire quanto già prescritto dal D.Lgs. n.23 del 14 marzo 2011 in merito alle disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale. All’articolo 4, comma 1 del D.Lgs si legge: «Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali». L’imposta di soggiorno è una imposta facoltativa e i proventi devono essere completamente destinati per finalità connesse al turismo. Il parere del Consiglio di Stato è stato richiesto dagli albergatori di Viareggio in seguito alla delibera del 31 ottobre 2014 con la quale il commissario prefettizio del comune toscano aveva incrementato la tassa di soggiorno applicando la tariffa massima consentita per far fronte alla stato di dissesto finanziario in cui versava il comune.

Chiedete unità al consiglio comunale e il sostegno dell’opposizione ma continuate a non ascoltare nessuna proposta, anche se di buon senso e fatte nell’interesse dei cittadini.

Abbiamo chiesto di predisporre un piano della durata più breve possibile per uscire presto da questa situazione e invece ci ritroviamo un piano della durata massima possibile, 20 anni. I cittadini dovranno pagare le aliquote massime per i tributi comunali a fronte di servizi limitati per 20 anni, mentre le future amministrazioni non potranno contrarre nuovi mutui per spese di investimento o assumere nuovo personale.

Abbiamo chiesto di predisporre un piano che avesse una gradualità per i primi anni per affrontare la situazione di difficoltà legata alla pandemia ancora in corso, e invece ci ritroviamo subito quote di rientro di 385.842,55 € dal 2022, due quote da 153.766,83 € nel 2025 e 2026 e poi quote da 418.996,20 € fino al 2040. Qual è il senso di questa impostazione? Fare un “regalo” alla prossima amministrazione dovrebbe redimervi dai vostri peccati? In fondo nel 2024 si andrebbe al voto.  Ma saranno le future generazioni di amministratori e di cittadini a doversi caricare il fardello di questo piano.

Chiedete sacrifici ai cittadini ma non siete disposti a farne nessuno rinunciando, ad esempio, alle vostra indennità. Vi abbiamo chiesto un segno per dare il buon esempio e invece dobbiamo prendere atto che le indennità previste per gli amministratori sono passate da 58.975,85 € per l’anno 2019 a 85.384,44 € per l’anno 2021.

Abbiamo affrontato l’analisi del piano di riequilibrio finanziario senza pregiudizi. Se il disavanzo di amministrazione fosse stato causato esclusivamente dalla rideterminazione del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità avreste avuto delle attenuanti generiche. Ma da dove esce fuori un fondo contenzioso da 1.571.186,98 € e debiti fuori bilancio per 1.131.009,77 €, entrambi determinati in seguito alla certificazione dello stato di deficit finanziario dell’Ente?

L’analisi della determinazione del fondo contenzioso chiarisce come gran parte dei procedimenti aperti per cui esiste rischio di soccombenza sono relativi ad anni pregressi, di certo non relativi all’ultimo anno. Stesso discorso vale per i debiti fuori bilancio. Questo vuol dire che l’Ente non ha provveduto ad accantonare negli anni le somme necessarie per garantire adeguata copertura e a riconoscere tempestivamente i debiti fuori bilancio, pur essendone a conoscenza. E questo, chiaramente, per avere maggiore flessibilità di bilancio e poter operare in libertà.

O si tratta di incompetenza o di specifica volontà. In entrambi i casi questo comportamento è grave e certifica la responsabilità di questa amministrazione per la situazione in cui ci troviamo oggi.

Noi non abbiamo visto nessun miracolo, a differenza di quanto professate. Piuttosto ci saremmo aspettati un’assunzione di responsabilità che non c’è stata.

Ne viene fuori un piano di riequilibrio lacrime e sangue, di sopravvivenza, che non sarà risolutivo.

Inoltre, avete continuato ad operare senza criterio nonostante la situazione accertata di deficit finanziario, producendo ulteriori esempi di cattiva gestione finanziaria dell’Ente.

A titolo di esempio, è necessario ricordare l’intervento di gestione diretta della spiaggia della Scogliera promosso dall’Ente questa estate. A fronte di spese dirette e indirette quantificabili intorno a 150.000 €, l’incasso derivante dal servizio spiaggia è stato di 48.901,50 €, con una ulteriore perdita da mettere a bilancio per il 2021 di circa 100.000 €.

Perché, pur consapevoli della situazione finanziaria dell’Ente, si è deciso di rischiare una gestione diretta invece di mettere tutto a bando? Invece di riportare una ulteriore perdita di 100.000 € l’Ente avrebbe avuto un beneficio economico certo legato agli impegni economici dei privati, ottenendo un risultato positivo anche in termini di servizio, che sarebbe stato sicuramente migliore di quello reso.

E’ nostro dovere intervenire, mettere fine a queste pratiche e iniziare un nuovo corso. Per tutte le ragioni sopra esposte esprimiamo parere contrario all’approvazione del piano di riequilibrio finanziario proposto.

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